Una raccolta di racconti di autori diversi e con tematiche diverse nata, innanzitutto, da un’amicizia, basata
su una comune visione del mondo e di sé. Questa potrebbe essere la definizione migliore de "La
Compagnia dell’Oste".
Già il titolo lascia sottintendere che si tratta non di un gruppo eterogeneo, ma di una compagnia, ossia di
un insieme di persone che cercano di sostenersi a vicenda, ciascuno con le proprie caratteristiche, le
proprie risorse e peculiarità, nell’avventura creativa e non solo.
La figura dell’Oste richiama poi alla convivialità e all’accoglienza. L’Oste amante dei racconti mette insieme
soggetti diversi, favorendo scambi e conoscenze reciproche tra i suoi ospiti, il tutto accompagnato da buon
cibo e buone bevande: quelli che nutrono non soltanto il corpo, ma anche l’anima.
C'è una valle, ampia e dolce, attraversata da un fiume, in cui se n'innesta una seconda, e poi da questa, come le venature d'una foglia di gelso, parte una terza valle, dopo una curva repentina al suo imbocco che ne nasconde la vista a coloro che non la cercano, e quindi una stretta gola scavata da un torrente, e si aprono due versanti prima scoscesi, poi via via più ampi e delicati, faggeti, sbalzi, altopiani, versanti che quindi si restringono nuovamente, e, nel punto di congiunzione, si trova un monastero. Questo monastero era stato costruito nel tempo in cui i monasteri si fondavano sulle rocce più distanti e rare: ma nel tempo, ai piedi del monastero, ad una distanza rispettosa, era nato un piccolo villaggio che, un poco per la santità dei monaci, un poco per la posizione felice, su un pianoro illuminato, si era sempre più ingrandito, e così fino ad oggi. Il villaggio aveva una chiesa, una piazza e, tra le altre cose, un locanda.