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La generosità di Mr. Towers

Di Ives Coassolo

La portiera della limousine si aprì e l’uomo scese. La folla acclamava e lui da dietro i suoi occhiali neri a specchio salutava tutti nella notte scintillante dei riflessi dei flash. Un sorriso appena abbozzato solcava il suo viso fermo e deciso. Una mano alzata e ferma salutava i presenti osannanti. Poi non si voltò più e salì i pochi gradini che conducevano al palazzo di cristallo sede della Bauglir Corporation accompagnato da una scorta di una mezza dozzina di uomini. Robert Towers, il magnate dell’informatica, entrava nel suo quartier generale acclamato da una folla ammirata e osannante.

***

«Mettetemi in contatto con i Capi degli Ordini di Capital City», disse Towers. Subito due uomini in giacca e cravatta neri portarono davanti alla sua scrivania un grande video. «Lasciatemi» ordinò. Il video si illuminò lasciando intravedere nove caselle. Il video incontro era cominciato. Towers iniziò con un sorriso, gli occhi grigi illuminati: «Buona sera amici miei. Il progresso e la scienza informatica hanno fatto passi da gigante grazie alla Bauglir Corporation. E adesso tocca a voi. Le speciali applicazioni che vi ho inviato ora sono attive. Ciascuno di voi possiede una password segreta con la quale potrete esercitare i vostri compiti al meglio. Con esse potrete gestire tutte le funzioni principali della città e del paese: L’amministrazione locale, la sanità pubblica, la scuola, la sicurezza, la gestione del verde pubblico, le attività ricettive e turistiche, la cultura e le attività sportive e perfino le iniziative religiose. Tutto a portata di clic. Signori, questo è il futuro. Questo è un grande giorno per tutti». Il microfono di un video si attivò e la voce profonda di un uomo anziano dallo sguardo saggio e profondo disse: «Vi ringraziamo profondamente Towers. Il vostro contributo alla società non può che migliorare il nostro stile di vita. A voi dobbiamo molto. Al di là del merito anche la vostra profonda generosità nell’averci dato la possibilità e la conoscenza necessaria per l’esercizio delle nostre funzioni. Sarà un esempio per tutto il mondo il nostro operato. A voi la nostra riconoscenza». «Suvvia, ora basta con queste formalità, ribatté Robert Towers, ora tocca a voi. Signori, ho fatto la mia parte. Vi auguro un buon lavoro». E con un click si congedò dal gruppo.

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«Mairon, resta con me per questo incontro», disse Robert Towers, impeccabile nel suo gessato grigio scuro. Girò attorno alla sua scrivania di mogano, osservando il paesaggio oltre le vetrate dell’ultimo piano del palazzo. La città era ai suoi piedi. La luce del giorno stava appena nascendo ed egli sospirò. Due uomini in completo nero portarono il solito video davanti la scrivania e Towers prese posto sulla sedia dall’alto schienale. Mairon, in un completo rosso scuro e cravatta granata, prese posto accanto a lui ma fuori dalla portata della telecamera. Un nuovo incontro telematico prese il via. Questa volta si aprirono davanti ai due sette piccoli schermi ai quali erano collegati altrettanti uomini di varia etnia. «Buon giorno Signori, introdusse Towers. «Vi ho convocati oggi per sottoporvi l’ultimo ritrovato per la gestione della finanza a livello mondiale. Con le applicazioni della Bauglir Corporation potrete avere tutte le informazioni a portata di click. Potrete avere in tempo reale tutte le fluttuazioni del mercato. Voi siete il fulcro della finanza mondiale. Per questo le app sono a vostra disposizione. Vi chiedo solo di non rendere di dominio pubblico la loro origine. Non amo questo tipo di pubblicità. Voi sapete che le entrate principali del nostro gruppo vengono dai programmi di intrattenimento e dai videogiochi. Per questo ho pensato di poter aggiungere un contributo anche al benessere economico e finanziario della gente implementando il vostro operato con queste nuove tecnologie. Il mio guadagno sarà il vostro miglior lavoro». Un uomo tarchiato dal naso aguzzo e dalla voce leggermente stridula replicò a nome del gruppo: «A voi il merito e a noi il lavoro. Il mondo della finanza vi sarà riconoscente anche nell’anonimato. Grazie». Si congedarono brevemente. «E ora Mairon, il momento più difficile ma anche il più soddisfacente», disse Robert con un sorriso smagliante e gli occhi brillanti. «Si, Signore, rispose l’uomo. Ma temo che questa sia la parte più difficile».

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Ancora una volta il video fu portato davanti alla scrivania di mogano scolpita. Towers e Mairon si sedettero come la volta precedente. Mairon, sempre vestito di rosso, si mise a portata di telecamera. Premette il tasto invisibile sulla scrivania e apparvero a video due uomini e una donna, collegati a distanza. Fu Mairon a iniziare questa volta: «Miei cari amici! Ci siamo incontrati più volte in questi mesi, ma questa volta voglio presentarvi di persona l’uomo che sta cambiando il futuro. Gentilissima Artani, e voi venerabili Giles e Canus, ecco a voi Robert Towers, mago dell’informatica». «Carissimi, fece Robert, ero ansioso di potervi parlare di persona. Voi rappresentate tutti i credenti della terra e la vostra fede e le vostre opere sono ben conosciute da tutti. A voi ho riservato un regalo. Tre applicazioni speciali che potranno aiutarvi nel condurre e aiutare i vostri fedeli. A Erik Giles offro Geodia. Questo programma può condurre l’intero gregge alla gioia che portate con la vostra attività. Per Han Canus ecco Charity. Troverete le risorse migliori per le vostre necessità di aiutare i bisognosi. Ad Elda Artani ecco Neytan un programma che può prevedere le mosse decisionali dei singoli per poter intervenire laddove ce ne sia bisogno». «Come mai un uomo del vostro calibro, chiese la donna, si presta a questi doni per nulla? Siete un uomo di affari naturalmente». Robert e Mairon si scambiarono una occhiata. Poi Robert proruppe in una risata. «Mia bellissima Signora, è una osservazione più che lecita, rispose il magnate, ma proprio perché sono un uomo d’affari so bene cosa faccio. Vedete, il benessere di un singolo uomo è una fonte di ricchezza in potenza. Voi aiutate gli uomini con la vostra saggezza, i vostri insegnamenti e il vostro rifugio. Anche questo va implementato per un uomo di affari, il benessere dei singoli aumenta la loro capacità di vivere ed essere dinamici. E questo è un guadagno per tutti» «Mi sembra una osservazione sensata», intervenne Erik Giles e continuò: «Queste applicazioni sono efficaci ed indipendenti?» «Efficaci ed efficienti. E naturalmente gestite da ognuno di voi. Provatele e mi direte. Ci terremo in contatto se vi fa piacere. Mi interesserebbe sapere gli sviluppi». Han Canus non aprì bocca ma i suoi occhi profondi esprimevano una certa titubanza. Mairon intervenne:«Come ha detto bene Robert potete farci sapere come vanno le cose e ogni bug o disfunzione che troverete nell’utilizzo di questi gestionali, potete fare riferimento a noi. Io resterò in contatto con voi pronto ad intervenire in vostro supporto». Canus annuì flebilmente. Mairon intuì che i tre stavano chattando tra loro durante la trasmissione ma non disse nulla. «Bene, se siamo d’accordo ci rivedremo presto» si apprestò a concludere Towers. E in breve concluse l’incontro. Mairon e Robert si guardarono. «è fatta. Cosa non si fa per il bene del mondo». Si alzarono insieme e con uno sguardo d’intesa si congedarono.

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Robert Towers e Marion scivolarono lungo i luminosi corridoi della Bauglir Corporation. Dalle finestre che si aprivano ai lati si intravvedevano molti uomini curvi intenti ai pc delle loro scrivanie, con le cuffie in testa. I due arrivarono all’ascensore in fondo al corridoio che si aprì in un ronzìo. Scesero al piano interrato. Seguirono tutto il corridoio semi illuminato ed entrarono nella stanza al fondo priva di finestre. Si guardarono attorno. Poi si scambiarono una occhiata. La stanza sembrava vuota. Poi una luce dagli occhi di Mairon si diresse verso la parete laterale e questa si aprì come una porta automatica. La luce di decine di monitor illuminò la stanza a giorno. Davanti ai monitori una postazione di controllo. Tower si sedette. «Benissimo Mairon, è ora di metterci all’opera. L’applicazione non può più aspettare adesso». «Certo Signore, rispose l’uomo con un sorriso sornione, L’operazione U.N.I.C.A. può iniziare».